In ragione del suo valore intrinseco, universalmente riconosciuto, l'oro è visto come un bene rifugio, adatto a preservare il suo valore nel tempo, prescindendo dai periodi di incertezza e di crisi
Nei periodi di forte incertezza finanziaria e politica, l’oro è il bene finanziario su cui si punta e si investe per preservare la propria ricchezza e difendere il proprio potere d’acquisto dall'inflazione.
Con le nuove regole introdotte in materia di stabilità e liquidità bancaria, bisogna comprendere in che termini l’oro può ancora essere considerato un’assicurazione sul proprio patrimonio e in che misura conviene investire su questo metallo prezioso
Nel caso in cui si parla di oro come bene di investimento, occorre distinguere tra oro fisico e cartaceo.
L'oro fisico è negoziato sotto forma di lingotti e monete d'oro, che verranno valutati in base al loro peso e alla loro purezza.
L'oro cartaceo (altresì detto finanziario) è perlopiù rappresentato da contratti cartacei relativi a strumenti finanziari legati al prezzo dell'oro, quali i futures, e da strumenti di investimento negoziati sui mercati regolamentati; tra i quali figurano gli ETF (Exchange Traded Fund).
Se essere in possesso di oro fisico può avere degli svantaggi (quali gli elevati costi di custodia e di deposito a cui, potenzialmente, devono essere aggiunte le spese di assicurazione), d'altro canto, permette di contare su evidenti benefici.
L'oro fisico oltre ad essere accettato come valuta nella maggior parte dei paesi a livello mondiale, è esente da Iva e, a differenza di quello cartaceo, è riconducibile ad un proprietario specifico. Caratteristica, questa, che più di tutte esprime la capacità dell'oro di proteggere la ricchezza.
L'oro finanziario, invece, nonostante implica minori costi di gestione (in quanto prescinde dalla consegna fisica del bene) e può essere facilmente acquistato/venduto anche sulle piattaforme di trading, è più sensibile alle speculazioni e determina maggiori rischi. Stante il fatto che il risultato dell'investimento dipende dal mercato.
Questa iniziale distinzione, che ha consentito di mettere in evidenza le caratteristiche che distinguono l'oro fisico dall'oro cartaceo, permette di spiegare in che termini, nel prossimo futuro, il metallo giallo potrebbe non essere considerato, in ogni caso, un safe asset.
A questo proposito, occorre prendere le mosse da Basilea III, vale a dire quel catalogo di norme sull'adeguatezza patrimoniale degli Istituti Bancari, sviluppato in risposta alla crisi finanziaria globale del 2007, con lo scopo di rendere il settore bancario stabile anche in occasione di shock economici e finanziari.
Di recente l'Ue, nell'ambito del pacchetto di norme Basilea III, con l'intenzione di evitare che le banche dichiarino più asset di quelli concretamente posseduti, ha approvato l'adozione del criterio “Net Stable Funding Ratio” (NSFR).
Questo requisito determina nuove regole sulla liquidità e stabilità bancaria e impone agli istituti che hanno in bilancio asset considerati a rischio, di accantonare proporzionalmente riserve facilmente liquidabili.
Ebbene, stante il fatto che l'Autorità bancaria europea (Eba), considera l'oro cartaceo, a differenza di quello fisico (valutato come asset sicuro e a rischio zero) alla stregua di un asset ad alto rischio, è evidente che le nuove regole Basilea III influiscono in modo determinante sulla capacità dell'oro cartaceo di continuare ad essere, in ogni caso, un safe asset.
In effetti, i nuovi criteri introdotti da Basilea III, unitamente alla classificazione del rischio legato all'oro da parte dell'Eba, producono la conseguenza che solo l'oro fisico, fisicamente allocato e materialmente riconducibile a uno specifico proprietario, è considerabile a tutti gli effetti un safe asset.
Al contrario, si può affermare che l'oro cartaceo, in quanto non allocato e non riconducibile ad un solo proprietario, come conseguenza dell'introduzione delle nuove regole Basilea III, diventa un bene ad alto rischio e perde, per alcuni versi, la connotazione di bene rifugio.
Tutto ciò considerato, occorre soffermarsi sui possibili esiti derivanti dalle norme di recente entrate in vigore correlati al possesso di oro fisico.
Nonostante sia molto difficoltoso, ad oggi, tratteggiare con precisione i possibili scenari futuri legati all'entrata in vigore di Basilea III, si può affermare che è lecito aspettarsi un aggravio generalizzato dei costi nel settore, idoneo a colpire tutta la filiera del metallo prezioso; compresi gli interessi degli investitori.
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