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Lockdown: come si sono convertiti i ristoranti a Londra

Aggiornamento: 1 mag 2021

Le strategie che hanno aiutato i ristoranti Londinesi durante il lockdown a convertirsi e mantenere l'attività aperta durante il lockdown Covid-19



Il periodo di lockdown dovuto alla pandemia ha causato notevoli problemi a diversi settori produttivi, compreso quello della ristorazione che ha subito un notevole calo di fatturato. Tra i ristoranti c’è stato più di qualcuno in grado di reinventarsi, allargando o modificando la propria offerta, sia dal punto di vista dei servizi che dal punto di vista dei prodotti. Vediamo come alcuni ristoranti a Londra hanno riconvertito il proprio business.

Limited company per la ristorazione: flessibilità ed elasticità


I ristoratori Londinesi, ed in particolare quelli italiani residenti in Regno Unito, hanno utilizzato al meglio le libertà permesse dalle limited companies e dagli aiuti governativi, per convertire la propria attività di ristorazione non appena è scattato il lockdown.

La presenza di uno statuto generico (cioè non redatto volontariamente con l’inserimento di attività specifiche) prevede che le LTD possano operare liberamente su “tutto ciò che è legale” (salvo mercati regolati come, ad esempio, quello finanziario, dove sono necessarie specifiche licenze), assieme alla flessibilità’ regolamentare e all’orientamento del governo inglese al business, hanno permesso ai ristoratori di reinventarsi e di vendere i prodotti alimentari alle comunità locali.

Chi ha sfruttato al meglio i vantaggi della LTD durante il lockdown?


Chi è riuscito a sfruttare al meglio questa situazione, sono quei ristoratori che si trovano nelle aree residenziali, la cui clientela è formata principalmente da Londinesi residenti. Molti di questi ristoratori, si sono convertiti, spesso anche in una sola notte, a vendere prodotti alimentari quali, frutta, verdura, pesce, carne, ecc.

Avendo già i fornitori a disposizione hanno potuto servire le comunità locali al meglio, nel momento in cui i supermercati sono andati in crisi per la crescita improvvisa della domanda data dalla paura e dall’approvvigionamento incontrollato. Sicuramente i ristoratori, in certe aree della città ne sono usciti con un’immagine rinnovata, risultando come coloro che sono riusciti a servire la comunità nel momento del bisogno.

Ecco alcuni esempi di attività locali riconvertite a causa del Covid-19


Citando alcuni esempi, il Caffè Amisha a Bermondsey, ristorante italiano non lontano dal Tower Bridge, ha convertito una parte dei suoi locali in una notte a vendita di prodotti alimentari, dalla verdura alla frutta, dalla carne al pesce e altri prodotti freschi e confezionati della tradizione italiana. Accoppiando il tutto con la rimanente attività take away, uno dei due proprietari dichiara di aver mantenuto il fatturato intatto, salvato i posti di lavoro ed essere stato appoggiato enormemente dalla comunità locale per il servizio prestato. Finto il lockdown, alla riapertura del ristorante, hanno deciso di tenere aperto il negozio alimentare, in UK chiamati “Deli”, aumentando addirittura il fatturato pre-lockdown.

Il Barge Est, ad Hackney Wick, vicino al parco olimpico, ha sfruttato la propria immagine locale per fornire beni di prima necessità, frutta, verdura, carne e farina, alle centinaia di abitazioni della zona, a prezzi concorrenziali. Qui, più che al fatturato, si è puntato all’immagine, che ha permesso al ristorante di finire su diverse testate londinesi come esempio di servizio alla comunità, con ritorno immediato di clienti alla fine del lockdown.

In altri paesi europei ci sarebbero volute settimane, se non mesi, per convertire un attività. Questo è un altro dei vantaggi garantiti dalle limited companies britanniche e dalla flessibilità burocratica inglese, da sempre pro-business e attenta alle esigenze delle imprese.

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